Corpi che camminano

Se c’è qualcosa che si trova di sicuro in grande abbondanza in tutte (o quasi tutte) le campagne di D&D, sono i cadaveri. E proprio a loro è dedicato il Vecchio Carnevale Blogghereccio di questo Aprile.

I cadaveri sono una risorsa che si rinnova continuamente. Se solo ci fosse un modo per metterla a frutto…!

Siete pronti a scoprire il raccapricciante Principato di Plageté?

Introduzione

Per lungo tempo si è creduto che i non morti più semplici fossero i classici zombie e scheletri. Relativamente economici, certo, ma pur sempre costosetti (*), e soprattutto pericolosi, vista la notevole aggressività (e rozza ma totale malvagità, nella mia visione) se sfuggono al controllo o si trovano in una situazione imprevista.

Per queste ragioni sono in genere banditi dai consessi civili: rimangono un vezzo da necromanti misantropi, o da cultisti oscuri. Al limite vanno bene come guardiani per tombe o altri luoghi non frequentati.

Ma ottant’anni fa il mago Henri de Gué ha fatto una scoperta rivoluzionaria, un tipo di non morto molto più semplice, economico e sicuro: l’ambulant, il corpo che cammina. Respinto con sdegno da diverse città e diversi Stati, Henri ha infine trovato accoglienza nel Principato di Plageté, dove la sua invenzione ha dato impulso a una crescita travolgente.

Di che si tratta

Un corpo che cammina sa fare esattamente solo questo: camminare. In effetti non smette mai di farlo: non si ferma a meno che non sia immobilizzato con la forza (e ne ha parecchia). Non corre, non salta, non maneggia cose, non combatte neanche per difendersi. Anche se privo di controllo si limita a camminare, senza sosta e senza meta.

La sua animazione costa appena 3 monete d’oro: una bella sommetta per un contadino, ma pur sempre molto meno del costo di un bue o di un cavallo; grossomodo il costo di un asino. E con il vantaggio che non mangia e non si stanca.

Continua a decomporsi, benché a un ritmo più lento di come farebbe il cadavere indisturbato; tuttavia, anche una volta rimaste solo le ossa, continua a “funzionare” per una decina d’anni e oltre. La forza fisica si riduce gradualmente, ma senza scendere al di sotto di quella di una persona viva, il che va benissimo. Anzi, chi può permetterselo compra dei corpi che cammina “stagionati” con la carne già rimossa, per limitare l’inconveniente dei cattivi odori.

La limitazione del procedimento è che sembra applicarsi solo agli umanoidi. Nel tempo si è tentato di sviluppare varianti con cui rianimare gli animali domestici, per esempio le bestie da soma, ma si sono rivelati sempre instabili, inaffidabili e/o troppo costose. Beh, poco male: i cavaderi umanoidi sono comunque abbondanti, in una regione popolosa, giusto?

La rivoluzione ambulante

All’inizio, quando le autorità del Principato di Plageté hanno legalizzato la creazione e il commercio dei corpi che camminano, hanno dovuto faticare per far accettare la cosa alla popolazione. I morti sono pur sempre un tabù sociale. Molta gente non si fidava, ne aveva paura. Non sono mancate, inoltre, le proteste di chi temeva di perdere il lavoro.

Pian piano è subentrata l’accettazione, e poi il boom. Ormai è normale che, alla morte di qualcuno, il suo cadavere sia rilevato subito dopo il funerale da una delle tante case produttrici di ambulant. Viene pagato bene: fino a 1 moneta d’oro. L’eccezione è chi non lo fa, anche perché sulle sepolture si paga una tassa annuale, una sorta di affitto: è diventato un lusso per pochi.

I corpi che camminano sono letteralmente la forza propulsiva del Principato. Trainano aratri, carri e carrozze, nonché chiatte e zattere controcorrente. Fanno girare mulini e pompe per l’acqua. Trascinano le pietre da costruzione e azionano gli argani per sollevarle. Nel tempo gli ingegneri si sono dati da fare per trovare applicazioni sempre nuove: appositi meccanismi, ad esempio, permettono di sfruttarli all’interno delle navi per spingerle attraverso remi o eliche.

Ci sono stati un po’ di sobbalzi, indubbiamente. Posti di lavoro persi, che hanno portato a proteste più o meno violente, finché il governo ha iniziato a tassare le compagnie produttrici per finanziare nuovo welfare. E poi qualche brutto focolaio di epidemia, prima che si imparasse a trattare periodicamente gli ambulant con soluzioni alchemiche disinfettanti.

Ma nel complesso l’economia del Principato ha avuto un poderoso balzo in avanti. La ricchezza media è cresciuta, come pure la disponibilità di cibo. Si sono realizzate molte nuove opere pubbliche, tra cui trasporti pubblici e acqua corrente.

La guerra dei morti

La domanda di cadaveri è salita tanto che è iniziato un loro contrabbando dall’estero. Il che, unito alla crescente egemonia commerciale del Principato di Plageté, quarant’anni fa ha portato alcuni Stati confinanti a dichiarargli guerra.

Si è aperta la via per nuove ingegnose invenzioni, alla ricerca di applicazioni belliche dei corpi che camminano. Oltre che per trasportare rifornimenti, facilitando la logistica, sono stati usati per movimentare e azionare apposite macchine da guerra.

La beffa maggiore, inoltre, è che ogni battaglia lasciava sul campo nuovi cadaveri pronti a diventare nuova forza lavoro. I nemici erano costretti a bruciare i propri morti (cosa che confliggeva con alcune culture o religioni): altrimenti rischiavano di trovarseli davanti allo scontro successivo; con, tra l’altro, un impatto psicologico da non sottovalutare.

Tutto questo, unito alla maggiore disponibilità economica (alla fine le guerre le vincono i soldi), ha portato alla vittoria di Plageté, all’allargamento dei suoi confini, e all’imposizione ai vicini di un piccolo tributo mensile in cadaveri.

Ora il Principato, sempre più prospero, è il centro economico e politico di un’ampia regione.

Le ombre

All’inizio, certi studiosi e religiosi di Plageté hanno cercato di mettere in guardia contro i rischi di questa operazione. Difficile imbattersi, adesso, nei loro studi: sembrano scomparsi. Qualche voce critica si solleva ancora, di tanto in tanto, ma viene emarginata e spesso finisce per riparare all’estero.

Il fatto è che i non morti sono malvagi: hanno un cocente odio per la vita. Questa malvagità è rilevabile magicamente anche nei corpi che camminano. L’opinione di maggioranza è che sia irrilevante: non possono fare del male, sanno solo camminare e nient’altro. Eppure, che cosa potrebbe accadere quando così tante volontà malefiche, seppur rudimentali, si accumulano nello stesso luogo? Alcune profezie, benché ambigue, sembrano gettare delle ombre sul futuro del Principato.

Inoltre, cosa sta accadendo alle anime dei defunti? I più, tra cui il clero di Plageté, sostengono che riposano in pace, come di norma, mentre i corpi sono abitati da “spiriti del vuoto” anonimi, come è sempre avvenuto per scheletri e zombie. Ma nessuno ha mai creato così tanti scheletri e zombie a ciclo continuo. E se non ci fossero abbastanza spiriti del vuoto per alimentare i corpi che camminano? Se si stessero iniziando a lacerare le anime dei defunti, come qualcuno sostiene, impedendo loro di raggiungere integre l’aldilà?

Infine, cos’è accaduto all’inventore originario, Henri de Gué? Ufficialmente è morto una trentina d’anni fa, di morte naturale. Ha avuto un funerale con tutti gli onori, e il suo corpo, preservato in segno di rispetto, giace in un mausoleo monumentale su un’isoletta, poco a largo della capitale. Eppure, nessuno ha il permesso di avvicinarsi. Apposite navi permettono a turisti e pellegrini di rendergli omaggio, ma da lontano, senza attraccare mai. Strane voci si stanno diffondendo, nei bassifondi, a proposito di chi ha osato intrufolarsi sull’isola col favore delle tenebre… puntualmente per non fare ritorno.

2 pensieri riguardo “Corpi che camminano

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