Ancora di rane e Con rane

È passato quasi un anno da quando vi ho raccontato della mia giornata alla FroggyCon, una nuova convention di GdR basata su princìpi chiari e molto validi. Ho ripetuto l’esperienza pochi giorni fa, partecipando alla seconda edizione, la FroggyCon 2024. E ne sono molto contento!

È stata una bellissima opportunità di giocare bene, in buona compagnia. Oltre alle sessioni, le chiacchierate a pranzo e a cena sono state davvero stimolanti.

Anche stavolta vorrei raccontarvi cosa ho giocato. Non mi dilungherò sui valori fondanti dell’evento: li trovate nel racconto della volta scorsa, linkato sopra.

La mattina: Little Katy’s Tea Party

Di solito riservo lo slot mattutino, quando sono più fresco, per qualcosa che sia fuori dalla mia comfort zone in fatto di giochi. Stavolta va detto che non ero poi freschissimo, dato che mi ero alzato alle 4 di notte per fare il viaggio in macchina insieme al mio buon “collega” Filippo, di The Agency, ma il suo thermos di ottimo tè ha compensato egregiamente. E, a proposito di tè…

In Little Katy’s Tea Party si interpretano i vecchi giocattoli di una bambina, Katy. Mentre sono intenti a prendere un tè insieme, ricordano gli episodi più significativi dell’infanzia di lei, e il modo in cui hanno cercato di aiutarla a crescere affrontando le sue maggiori paure. Ero giocatore, e ho interpretato un fumetto di supereroi.

Non sono sicuro che il gioco mi piaccia. Si fonda su un presupposto molto forte (sacrificare il rapporto con Katy è l’unico modo di farla crescere libera dalle sue paure), che non sento di condividere fino in fondo. Ammetto di aver avuto la sensazione che fosse un po’ troppo didascalico riguardo questo principio.

Comunque, essendo la prima volta, credo di non averlo giocato al meglio. Solo verso la fine ho realizzato come avrei potuto farlo. (Due dritte: puntare su descrizioni surreali e simboliche, anziché su analisi razionali; e non dimenticare di esplicitare il “cosa stai cercando di ottenere”, è fondamentale.) Magari un giorno riproverò. In compenso il tavolo era molto affiatato, e abbiamo fatto crescere una Katy abbastanza sana e “realizzata” 🙂. 

Il primo pomeriggio: Cairn

Unico dei tre slot in cui ho masterato io. Ho portato Wendigo: la fame della foresta, un “dungeon in esterni” che avevo scritto tempo fa per un evento multitavolo di Old School Essentials di The Agency, qui a Pisa. In quel caso mi ero ammalato e lo avevano masterato altri, ma mi avevano riferito le loro impressioni. Lo avevo poi usato per due sessioni consecutive di “Non è l’Aèlle” traendone spunto per alcune correzioni (un giorno vi racconterò).

Stavolta ero indeciso fino all’ultimo se usare Cairn o D&D quinta edizione. Sono convinto che avrebbe funzionato bene in entrambi i casi, ma alla fine ho optato per Cairn solo perché ho pensato che la creazione dei PG fatta insieme (casuale, semplice e veloce) fosse un buon modo per “rompere il ghiaccio” con persone nuove; con D&D 5e avrei dovuto usare per forza dei pregenerati.

È stata un’ottima giocata. Avevo 2 giocatori e 2 giocatrici, con dei modi di porsi molto diversi, eppure hanno da subito iniziato a parlarsi e ingranare bene tra loro. Le migliorie che avevo introdotto nel modulo rispetto alla prima stesura hanno funzionato bene, sono soddisfatto.

Non c’è stato nessun combattimento degno di nota, anche perché i giocatori, consapevoli della “fragilità” dei loro PG, si sono sforzati sempre di evitarlo. Ma ci sono state tante situazioni carine e dinamiche. Il loro percorso e i tiri casuali mi hanno permesso di mettere in gioco tutte le fazioni, e anche un mostro particolare che nel playtest precedente non era saltato fuori. Il Wendigo che dà nome al titolo, invece, non si è fatto vedere, e questo ha un po’ deluso i giocatori (me lo hanno detto nel dopo-sessione).

Il modulo è lungo e, come prevedevo, non siamo arrivati alla fine. La giocata si è dovuta interrompere proprio al momento clou, l’inizio di un’audace incursione in territorio ostile, mentre il sole iniziava a calare. Mannaggia! Ho proposto di fare una seconda sessione online, e spero davvero che ci riusciremo.

Il tardo pomeriggio: Trollbabe

Era da molto tempo che sentivo parlare di questo gioco, ed ero davvero curioso di provarlo. Il GM era il mio amico Ranocchio, vecchia conoscenza di questo blog. L’autore (ricordate Ron Edwards?) ne ha rilasciato nel 2023 una nuova edizione riveduta e corretta.

La mia PG aveva corna di stambecco, capelli corti blu, e una forte propensione per la magia a discapito di forza fisica e socialità. Ha mediato un conflitto tra gli umani di un villaggio, che volevano abbattere un monolite, e uno sparuto rimasuglio di troll della foresta, per i quali esso era sacro e veicolo di fertilità. È andata bene, e ha pure rimediato una discepola umana.

Posso dire che il gioco è promosso a pieni voti. Tra i “giochi story now” (se posso chiamarli così) è il mio preferito: mi è piaciuto molto più di The Pool; in particolare trovo geniale l’idea di far narrare (quantomeno all’inizio) i successi al GM e i fallimenti al giocatore. Sono impaziente di giocarlo ancora, vorrei approfondire le sue meccaniche.

L’unica critica che mi sentirei di muovere a questo gioiello è la presenza di premesse così forti e specifiche circa l’ambientazione. Appena lo conoscerò meglio, la prima cosa che farò sarà trasportarlo in una completamente diversa 😜!


2 pensieri riguardo “Ancora di rane e Con rane

  1. Mi ha fatto davvero tanto piacere giocare a Trollbabe con te, Lorenzo, e secondo me hai colto subito il gioco e come funziona. Anzi, se non fosse che dobbiamo giocare ad altre cose, mi hai fatto venire voglia di giocarci ancora.

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