Siamo al quinto articolo di questa serie ed è giunta l’ora, finalmente, di passare dalla teoria alla pratica.
Diciamo che stiamo organizzando una nuova campagna, e i nostri giocatori si aspettano un villain. Non un banale “boss finale”: un nemico ricorrente, che faccia da asse portante, e che li incalzi attivamente; qualcuno a cui correre dietro e con cui imbastire una lunga contesa, con vittorie e sconfitte intermedie, giungendo solo progressivamente al confronto finale.
Come facciamo a gestirlo? Una difficoltà che mi riferiva, tra gli altri, il buon Luca Ambrogiani, e che potrebbe accomunare molti di noi Diemme che… beh, che non giochiamo a Vox Machina, è questo:
…ogni volta penso a questi pericoli come situazioni e non come eventi.
È così: siamo abituati (giustamente) a ragionare per situazioni. Questa forma mentis si adatta alla gestione di un villain? Secondo me sì, e proverò a dirvi come.
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