Un elefante non dimentica niente!

Per questo Luglio il tema del Vecchio Carnevale Blogghereccio sono gli elefanti.

La prima idea che mi è saltata in mente sono gli elefanti da guerra: per giochi orientati al combattimento, come molti D&D-like, sono stupendi, specialmente se configurati in modo da creare una sfida nuova, interessante, che scombina tutte le strategie consolidate (proprio l’effetto che fecero alle legioni romane, le prime volte).

Confesso che in quasi tutte le mie campagne lunghe ho sognato di mettere i PG di fronte a degli elefanti sul campo di battaglia. Per un motivo o per un altro, l’evento non si è mai concretizzato. In attesa di riprovarci nella mia attuale campagna open table, vi butto lì un’idea da riciclare nella vostra ambientazione: una società di hobgoblin basata, appunto, sugli elefanti, anche in modi davvero bizzarri.

Nota: per esperimento, ho voluto illustrare questo articolo con Night Café Studio; all’inizio è andata ancora peggio rispetto all’ultima volta, al punto che avevo rinunciato. Poi ho provato il nuovo algoritmo SDXL 0.9, esosissimo (in termini di “gettoni” rispetto al normale), e ha abbastanza funzionato. Enjoy.

I duri maestri

I Munucchi, chiamati anche Lance d’Avorio, sono una civiltà nomade di hobgoblin che vive tra la giungla e la savana. Il nome che si danno nella loro lingua è Muluxokèble, che significa “maestri degli elefanti”: un indizio chiaro del ruolo fondamentale che danno a tali animali.

Sono grandi conquistatori: malgrado il loro numero esiguo hanno sottomesso diverse tribù di goblin e gnoll. In tempo di pace sono un popolo di mercanti, ma la guerra rimane nelle loro corde, e sono sempre pronti a fornire contingenti di mercenari al miglior offerente.

La loro società ha una matrice tribale, ma tutt’altro che primitiva: al contrario, è molto organizzata e complessa, con leggi ferree e un’efficiente amministrazione. C’è una forte gerarchia ma anche una grande mobilità sociale, basata su criteri meritocratici.

I valori centrali sono l’onestà, il coraggio e la disciplina, che insieme al successo (perlopiù nel commercio o in battaglia; comunque, nel proprio settore) vanno a costituire l’ayter, il prestigio individuale, qualcosa che potremmo rozzamente tradurre con “onore”. Sono invece disprezzati come kighnòs, debolezza, molte cose tra cui inganni e menzogne, ogni forma di pietà, affettuosità e sentimentalismo, nonché le arti volte al puro intrattenimento.

Nella società dei Munucchi è giusto che il più debole venga lasciato indietro: la compassione o l’aiuto non richiesto lo disonora. Anziani, malati gravi e mutilati sono lasciati a se stessi. A volte scelgono il suicidio rituale, una via spesso adottata anche dai condottieri sconfitti. L’educazione dei figli è severa e brutale, e quelli che non stanno al passo vengono abbandonati o uccisi dagli stessi genitori.

(Chi legge da tempo il mio blog avrà riconosciuto i chiari segni di una società legale malvagia.)

I Munucchi praticano la schiavitù, ma è finalizzata più al commercio di schiavi che non al loro utilizzo diretto, visto che hanno sempre il timore che qualcuno possa carpire i segreti dell’allevamento degli elefanti.

Animali maestosi

I Munucchi allevano i luxo, gli elefanti, dacché hanno memoria. Un tipico accampamento comprende 1 elefante adulto ogni 20-25 hobgoblin adulti.

Il mantenimento di un elefante è molto oneroso: ogni giorno ha bisogno di un quintale di foraggio e due ettolitri d’acqua, più un bel bagno di fango (per combattere i parassiti). Per chiarire: rispetto a un cavallo richiede circa 10 volte più provviste, pur essendo decisamente più lento (il suo passo è grossomodo quello della fanteria pesante).

Per l’allevamento ci vuole pazienza: due anni di gestazione, poi una ventina d’anni per raggiungere la piena maturità; l’allattamento si protrae per i primi quattro o cinque. Tuttavia un adulto può vivere fino a 70 anni, ed è considerato abile al lavoro pesante (e alla battaglia) fino ai 45 circa.

L’addestramento è un’operazione pericolosa che richiede delle tecniche specifiche, antiche e complesse: gli elefanti sono bestie intelligenti, ma anche nervose e soggette a scatti di aggressività.

Elefanti da lavoro

Le femmine, e una metà dei maschi, sono addestrati come animali da soma.

Possono portare fino a una tonnellata di carico, anche se per le lunghe marce ci si mantiene sotto metà di questo valore, per non rischiare di sfiancarli. La loro lentezza è compensata dalla possibilità di attraversare senza problemi vari terreni selvaggi, dalla fitta giungla alle paludi. Inoltre non temono i predatori e fanno un’ottima guardia.

Sono utili anche come potenti “macchine da lavoro” per costruire fortificazioni, abbattere alberi, dissodare campi, scavare fossati e spostare detriti. Gli hobgoblin, in quanto nomadi, non hanno molto bisogno di queste cose, ma possono noleggiare il servizio ad altri a caro prezzo.

Elefanti da guerra

I maschi più forti e aggressivi vengono invece addestrati al combattimento.

Soprannominati Schiacciatori dalle altre civiltà, sono macchine da guerra viventi. La grossa taglia e la pelle spessa li rendono molto difficili da ferire, specialmente con armi a distanza; spesso questa difesa viene ulteriormente potenziata con costose armature. Quanto all’offesa, possono spazzare via i nemici con le lunghe zanne, oppure travolgerli e calpestarli.

Combattono sempre con l’addestratore in groppa: accettano solo chi conosce i giusti segnali, “personalizzati” per ogni esemplare specifico. Spesso in groppa salgono anche un paio di hobgoblin arcieri o incantatori, per protezione e per ulteriore potenza di attacco.

Gli esemplari più pregiati vengono sottoposti a sofisticati addestramenti con cui imparano a non temere il fuoco né la magia.

Una squadra di mercenari completa (un elefante, 2 addestratori, 4 arcieri/esploratori, 3 fanti di guardia, 1 sciamano e 2 stallieri) può esigere un compenso da capogiro, pari a quello di 30 o 40 cavalieri pesanti di prima scelta, in aggiunta a vitto, alloggio e percentuale sul bottino.

Elefanti da memoria

Quanto detto finora non vi avrà sorpreso più di tanto. Ma i Munucchi usano gli elefanti anche in un altro modo, assolutamente unico.

Avete mai sentito il detto “memoria da elefante”? Beh, alcune pregiatissime genealogie di questi animali, selezionate dagli hobgoblin per generazioni, hanno in effetti una memoria sovrannaturale, che conserva con esattezza ogni minimo particolare. E gli sciamani hanno sviluppato appositi incantesimi, rituali e oggetti magici che si appoggiano a quella memoria, per esempio andando a “ripescare” e visualizzare, a richiesta, l’evento voluto.

Ogni tribù ha i suoi elefanti da memoria, che fungono da vero e proprio archivio vivente (e mobile!) al posto di libri, pergamene o altri documenti. Contratti, matrimoni, proclami e altri atti ufficiali si svolgono al loro cospetto. I sapienti e i viaggiatori raccontano, di fronte a loro, ogni nuova scoperta, e attingono attraverso di loro alle conoscenze passate, come se consultassero una biblioteca.

Le informazioni sono sempre “ridondate” su più elefanti, per sicurezza, e le più importanti vengono trasferite magicamente da quelli più anziani ai loro sostituti più giovani, in modo che non vadano perse. In occasioni particolari tribù diverse si scambiano qualche elefante da memoria, un atto di altissima valenza cerimoniale e sociale, utile a promuovere la circolazione delle conoscenze.

Sacralità e artigianato

La divinità principale dei Munucchi, Gantùth, ha ovviamente l’elefante come animale sacro. È il dio del coraggio, dell’onore e della forza. Gli si affiancano, in una Triade, la dea della pazienza e della memoria Marqàti e la dea del viaggio e del commercio Lakùrga.

Per un elefante morto con onore si celebrano funerali solenni quasi quanto quelli di un capotribù.

Al termine, la carne diventa un cibo sacro, che è proibito cedere ai non Munucchi. Il cranio è consacrato alla Triade e viene sepolto, ma le altre ossa possono essere destinate a usi artigianali, se approvati dagli sciamani. La pelle viene usata per fabbricare scudi, armature, tende, borse e cinture. L’avorio delle zanne, infine, è usato per armi cerimoniali e ornamenti, ma soprattutto come moneta. Manufatti derivati da ossa, pelle e avorio possono essere talvolta venduti a clientele selezionate, in piccole quantità e a carissimo prezzo.


Appendice

Per completezza: questa è l’unica immagine appena decente che sono riuscito ad ottenere con l’algoritmo di default di Night Café; le proporzioni, comunque, non sono proprio il massimo, la proboscide è a punta e le zanne fanno schifo. Solo per dire che l’algoritmo nuovo è molto esoso ma la differenza si vede. Stavolta vi risparmio la “galleria degli orrori” della volta scorsa.

3 pensieri riguardo “Un elefante non dimentica niente!

  1. Questi te li posso rubare?
    In verità per fare un combattimento come si deve contro gli elefanti (specie ai livelli medi), serve qualche regola in più per evitare di renderli noiosi (enormi ammassi di pf che non vengono giù ma sono più in grado di annoiarti, invece che impersierirti), oltre al fatto che spesse volte bastano pochi incantesimi azzeccati e te li sei tolti di mezzo.
    Però la tribù degli hobgoblin addestratori di elefanti non solo da combattimento, mi piace un sacco
    😀

    Ciao 🙂

    1. Ruba, ruba pure, ci mancherebbe!

      Sì, hai totalmente ragione sulle regole. Chissà se un giorno pubblicherò qualcosa dopo aver fatto esperimenti a riguardo… 🙂

  2. Mi piace! Specie l’idea degli elefanti memorizzatori poi è molto interessante, mi sono immediatamente venuti in mente un sacco di spunti.
    Complimenti per le immagini: c’è stato un netto salto di qualità.

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