Economia teinata

Vedendo che “il tè” è il tema con cui si apre il 2023 del Vecchio Carnevale Blogghereccio, mi sono spuntati subito in testa due pensieri.

Il primo è che quando ho festeggiato, da ragazzo, l’arrivo dell’anno 2000 mi era sembrato un clamoroso traguardo, e il 2023 mi pareva così lontano da essere praticamente fantascienza. Ora i nati nel 2000 stanno per laurearsi e io sono sempre più vecchio 😂. Considerazioni personali.

Grazie a Cleptomania Postale per questa versione aggiornata del logo (sfondo trasparente)

Il secondo pensiero è andato subito a un dibattito che di tanto in tanto ricorre, nei gruppi e sui forum: c’è il tè, nelle ambientazioni di D&D? Mi riferisco, ovviamente, alle classiche ambientazioni pseudo-medievali e pseudo-europee, con castelli e cavalieri. Dove il tè, a essere rigorosi, sarebbe anacronistico. Poi, certo, è fantasy e si può tutto.

Un mio commento veloce su questo tema, e poi vi presento il tè (anzi, i tè) di uno dei miei mondi.

Il tempo della tavola

Ci riesce più facile, forse, immaginare certi elementi macroscopici del Medioevo, come i castelli, gli abiti, le armature, che non certi piccoli dettagli come una tavola imbandita. La maggior parte dei cibi o ingredienti a cui siamo abituati è arrivata in Europa solo più tardi: niente patate (con buona pace di Samwise Gamgee), né pomodori, né mais, né peperoni o peperoncini, né cioccolato, né caffè. Senza la scoperta dell’America avremmo oggi ben poco della tipica cucina italiana.

Un discorso simile vale per il tè, pianta tropicale che ha iniziato ad arrivare in Europa, dalla Cina, solo nel diciassettesimo secolo (o pochissimo prima), anche se laggiù era conosciuto da millenni.

Nella mia esperienza, pochi tra i Diemme (e anche tra gli autori fantasy) si preoccupano di questo genere di anacronismi, ed è più che comprensibile: i nostri mondi sono già ben lontani dal vero Medioevo europeo; ci sono gli elfi, gli orchi, i draghi, gli incantesimi… perché non dovrebbe esserci il tè?

Io stesso tendo a sorvolare: non è certo il punto focale del mio gioco. Se un PG chiede od offre una tazza di tè non mi metto certo a correggere il giocatore. Al massimo, dentro di me, presumo che il termine venga usato per riferirsi ad un qualsiasi altro infuso di erbe in acqua calda. In fondo “tè” è solo una parola.

Vale la pena preoccuparsi di dettagli come il cibo solo quando assumono una rilevanza concreta, cioè quando sono al centro di scelte di gioco interessanti. (In questo applaudo Rheanew entry del Carnevale – e la sua fantastica lista di diversi tipi di tè, tisana e stuzzichino, ognuno con un diverso effetto!)

Il tè-Spezia di Argentaria

In una certa epoca di una mia ambientazione di gioco (futura, rispetto a quella in cui è ambientato il mio attuale open table), il tè è una cruciale merce di scambio e fonte di potere presso la potente nazione di Argentaria.

Bevande chiamate “tè” esistevano già, basate su infusi di piante tipiche della madrepatria. Ma un giorno, in una remota colonia d’oltremare, ne è stata scoperta una nuova, la camellia, che si è rivelata molto più adatta, nonché dotata (in alcune varietà) di eccezionali proprietà.

I tre tipi di tè

La camellia dolce è la varietà meno pregiata. Cresce velocemente (dà fino a 6 raccolti l’anno) e richiede scarse lavorazioni: le foglie vengono solo essiccate, o al limite stagionate un po’. Funziona più o meno come il tè del nostro mondo: ha un blando effetto tonico ed eccitante, nulla di più. Tuttavia, per il suo aroma raffinato, è molto apprezzata e preferita rispetto alle erbe della madrepatria. Un kg di foglie lavorate può valere da 1 a 3 mo (monete d’oro). Se ben conservato dura fino a un anno, ma si rovina molto facilmente se esposto all’umidità o alla luce.

La camellia speziata è la varietà di élite: solo i più facoltosi possono permettersi di berla. Cresce più lentamente (solo 2 raccolti l’anno) e le foglie vengono sottoposte a un ciclo di varie macerazioni ed essiccazioni consecutive (per almeno 4 settimane). Come bevanda ha un prodigioso effetto vitalizzante: rende più resistenti a veleni e malattie, lenisce i dolori e rallenta l’invecchiamento: se bevuta quotidianamente tre volte al giorno, può allungare la vita di oltre il 50%. Costituisce anche un utile, prezioso ingrediente per molte lavorazioni alchemiche. Un kg vale circa 25 mo. Se ben conservato dura fino a una decina d’anni, e ha una certa resistenza anche ad occasionali, brevi incurie.

Infine, la camellia fatata è la varietà più preziosa, e per un buon motivo: è una delle pochissime fonti coltivabili di reagenti magici (componenti fondamentali per pozioni, oggetti magici e rituali). Cresce così piano, ed è così delicata, che si può fare solo un raccolto ogni 2 anni per evitare di comprometterla. Le lavorazioni a cui è sottoposta sono molto complicate: durano ben 3 mesi, e richiedono alcuni passaggi alchemici e una perfetta sincronia con le fasi lunari. Impostando queste lavorazioni in modi diversi si può sintonizzare il prodotto su diverse cerchie della magia. Se bevuto come infuso, il prodotto si comporta come una blanda pozione magica della cerchia corrispondente (*). Ma pochi lo usano così: è più sensato sfruttarne appieno le proprietà per realizzare oggetti magici più durevoli, oppure tenerlo in deposito come lucroso investimento. Infatti, un kg vale circa 300 mo, perfino più di un kg d’oro zecchino! Se ben conservato dura oltre un secolo, ed è molto resistente anche a incidenti o brevi incurie occasionali. Certi ricchi mercanti, maghi e criminali hanno iniziato ad usarlo, in pratica, come un sostituto del denaro.

(*) Nella maggior parte dei giochi D&D-like, potete rendere il concetto di “cerchia magica” con quello di scuola di magia, e l’effetto della bevanda con quello di un incantesimo di 1° livello di quella scuola.

Note utili

Tutti i prezzi indicati si riferiscono alla colonia dove viene raccolta: altrove, vanno raddoppiati o triplicati a causa degli ingenti costi del trasporto navale, quindi va applicata la tassa di importazione (vedi sotto). Nei momenti di penuria il prezzo può aumentare ulteriormente. Questo permette a chi ne accumula scorte di buttarsi in vere e proprie speculazioni.

Per tutte le varietà servono circa 4 kg di foglie fresche per ottenere 1 kg di prodotto finito. Un ettaro ben coltivato può fornire circa 1 tonnellata di foglie fresche ad ogni raccolto. Per una tazzina di bevanda occorrono circa due grammi e mezzo di prodotto, quindi 1 kg è sufficiente per 400 tazzine.

La corretta modalità di conservazione è in un ambiente buio e asciutto, senza sbalzi eccessivi di temperatura.

Tasse e contrabbando

Il governo di Argentaria impone una tassa sullo sbarco del tè in qualsiasi porto che non sia quello della colonia d’origine. In genere è raccolta in natura: gli agenti doganali trattengono direttamente un quinto (il 20%) del carico, il che costringe il mercante ad aumentare del 25% il prezzo del tè rimanente, per rientrare della spesa.

Alcune organizzazioni criminali contrabbandano la sostanza di nascosto, celata in doppiofondi o sotto altre merci, cercando di eludere l’imposta. È considerato un grave crimine, come pure comprare presso di loro. Là dove la sorveglianza è efficiente, il gioco non vale la candela. Solo nei porti meno organizzati, magari colonie o stazioni di rifornimento lontane da Argentaria, questo traffico va avanti.

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4 pensieri riguardo “Economia teinata

  1. Questo articolo sul te’ lo hai scritto te?
    Scherzi a parte.. lo trovo interessante, soprattutto la nota in cui viene usata al pari del denaro.
    Potrei in effetti introdurlo anche io nelle mie avventure.

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