Il mio ritmo di pubblicazione così lento ha vantaggi e svantaggi. Tra questi ultimi c’è l’arrivare con enorme ritardo sul “dibattito del giorno” o roba del genere. Se le news fossero il punto focale di questo blog sarebbe un problema grave, ma non lo sono nemmeno per sbaglio, quindi poco male. Tra i vantaggi, di contro, c’è il riuscire a trattare certi temi con la giusta calma, quando si sono “raffreddati” a sufficienza da inquadrarli chiaramente.
Wizards of The Coast, la casa editrice di D&D, controllata dalla Hasbro, l’ha fatta fuori dal vaso, per dirla in modo popolare. Il suo proposito di cancellare la vecchia Open Gaming License 1.0a, sostituendola con una nuova versione la cui bozza era a dir poco vessatoria, ha suscitato un tale vespaio da costringerla a fare marcia indietro. Ma ha causato anche una discussione ampia e variegata, nella community, sul tema generale delle licenze dei giochi.
Vi condivido un po’ di buoni link.
Che cos’è l’Open Gaming License (abbreviato OGL)? Se non ne avete idea, lo spiega per esempio The Alexandrian (e se avete tempo leggetelo perché è davvero interessante):
- Parte 1: qui l’originale (in inglese), qui la traduzione
- Parte 2: qui l’originale (in inglese), qui la traduzione
Per quanto riguarda la notizia in sé, ecco la cronaca riportata da Dragons’ Lair:
- 8 gennaio: La nuova licenza di Dungeons & Dragons stringe la presa sulla concorrenza
- 11 gennaio: Le reazioni degli editori
- 13 gennaio: Paizo annuncia una nuova licenza per sostituire l’OGL (Paizo è l’editore di Pathfinder)
- 13 gennaio: La WotC ritira alcune modifiche all’OGL, ma non tutte
- 19 gennaio: La WotC rilascia un comunicato di scuse e chiarimenti
- 20 gennaio: Diamo il via al “playtest” dell’OGL
Io non sono un esperto di questioni legali e mi occupo poco di “attualità” del GdR e dei prodotti commerciali.
Mi concedo comunque un’opinione personale: la dirigenza Hasbro ha fatto la mossa peggiore possibile, con miopia e incompetenza imbarazzanti. Si rivelerà un boomerang per l’azienda, che ci rimetterà più di quanto avrebbe ipoteticamente sperato di guadagnarci.
Sul tema, più generale, delle licenze dei giochi, che mi interessa di più, vi consiglio:
- questo eccellente video divulgativo fatto da Roberto “Zeruhur” Bisceglie di Eclectica GdR; parla di licenze libere e di OGL in maniera molto oggettiva, semplice, documentata e comprensibile;
- questo articolo su Eclectica GdR che parla più specificamente dello “scandalo” OGL, e di come potrebbe impattare il mondo dei giochi amatoriali e in particolare l’OSR;
- e, per sentire un’altra campana, questo breve articolo di The Kernel in Yellow in difesa della clausola “non commerciale” delle licenze gratuite, una posizione con cui, devo dire, mi trovo parecchio d’accordo.
Edit: ultime notizie
Wizards ha pensato bene di aspettare proprio che uscisse questo mio articolo per poi pubblicare, poche ore dopo, l’annuncio che ha impresso una svolta inaspettatamente positiva a tutta la vicenda: qui l’originale in inglese, qui la traduzione italiana su Dragons’ Lair.
In sintesi: la OGL 1.0a rimarrà valida, e in più tutto l’SRD (System Reference Document, il regolamento base) di D&D 5e è stato pubblicato in CC BY 4.0, cioè la più aperta e “libera” in assoluto tra le licenze Creative Commons (se avete consultato gli ultimi link di questo articolo avrete ben chiaro cosa vuol dire). Sono circa 400 pagine!
- Lo trovate qui su Dragons’ Lair.
Una vera rivoluzione nella storia di D&D: il nostro gioco preferito è stato liberalizzato per sempre in modo irreversibile. Il fai da te, i contenuti personalizzati, i regolamenti derivati e i “retrocloni” hanno la strada spianata. Come ho osservato su un gruppo Telegram, poco importa quale specifica edizione del gioco sia stata messa in CC: qualunque edizione o derivato di D&D si può ricostruire facilmente, per somme e sottrazioni, a partire da un’edizione qualsiasi. Non si torna indietro: siamo in una nuova era.
Tra l’altro questa mossa (che Hasbro, secondo me, è stata praticamente costretta a fare, dopo essersi messa nell’angolo da sola) finirà per mettere sotto pressione tutti gli altri editori di giochi, che saranno a loro volta spinti a pubblicare sotto Creative Commons o dovranno giustificarsi.
La vicenda era cominciata davvero male, ma tutto è ben quel che finisce bene, e per la community di D&D e affini (forse dell’intero panorama dei GdR) era ben difficile immaginare una conclusione più rosea.
Un aggiornamento sulle ultime del caso: La WotC ha (per ora) ritirato la OGL 1.2 e ha rilasciato la SRD di D&D5.1 con licenza CC-BY-4.0 (il che significa che chiunque può usarla come gli pare, tranne dire che è una sua idea) dando un duro colpo all'”Alleanza Orchesca” della Paizo che voleva lasciare un sistema “sostitutivo”.
Io sono sempre molto in dubbio su queste licenze SA NC ecc. non tanto per cosa significano ma per le implicazioni indirette che sono sempre difficili da valutare; ad esempio: non opere derivate, non ti permette la traduzione, il che è un peccato. Ma se metti le opere derivate, chiunque può usare la tua roba che farci quello che gli pare, cosa che magari non vuoi…
Ciao 🙂
Grazie del commento! Ho festeggiato la notizia ieri sera, ma ho potuto aggiornare l’articolo solo adesso.
Le implicazioni delle licenze aperte sono senz’altro quelle che dici tu: se autorizzi il riutilizzo e la modifica, autorizzi il riutilizzo e la modifica; se non lo vuoi fare, meglio usare una licenza diversa.
Ma D&D è un fenomeno storico e culturale che attraversa i decenni, e che ha sempre fatto della libertà di adattamento il suo punto di forza. Era l’ora che fosse messo sotto una licenza aperta 🙂