Prison of the Hated Hack

In occasione di un evento di The Agency (vedi collaborazioni) ho fatto con molto piacere da Diemme per Prison of the Hated Pretender, un grande classico delle avventure one shot stile Vecchia Scuola.

Mi è piaciuto tantissimo: è davvero eccellente! Molto originale, e molto ricco nonostante la brevità. Ho anche apprezzato la struttura “didattica” del documento, con box di approfondimento che spiegano il perché delle cose e suggeriscono come presentarle ai giocatori.

L’unico, grosso neo dell’adattamento a D&D 5e (che è già incluso nel file distribuito dall’autore) secondo me è la scheda del PNG principale del dungeon. Ecco come suggerisco di adattarla. Mi raccomando: proseguite solo se non temete gli spoiler di quel modulo!

Il problema

Il Pretender è il “pezzo forte” del dungeon, il misterioso prigioniero che vi è rinchiuso da secoli in un eterno tormento.

…è ora un miserabile non morto. Benché mantenga una certa sagacia, la sua mente è confusa, le sue memorie sono a brandelli […] eccetto in rari, brevi momenti di lucidità.

(traduzione mia)

Parlamentare con lui è possibile, in teoria, ma uno dei miei giocatori ha pensato bene di piantargli “per sicurezza” una freccia nella gamba appena lo ha visto; ha così scatenato la sua furia, dando il via a un combattimento.

Ecco, lo scontro è stato abbastanza lungo e noioso. Il comparto di attacco del Pretender è molto debole: 2 attacchi per round, con solo +2 di modificatore per colpire e 1d4+2 di danno. Nessun attacco speciale. Non impensieriva minimamente i miei 5 PG di 2° livello.

Giusto così, mi hanno detto sul buon canale Telegram Ruling the Game quando ho raccontato, in seguito, le mie perplessità: “il Pretender deve essere debole, è un patetico personaggio, se lo ammazzi poni giusto fine alla sua miseria”. Non avevo visto la questione in questo modo, ma a ben pensarci ha senso.

Peccato che sul comparto difesa, invece, è rocciosissimo: 53 punti ferita e resistenza ai danni fisici da armi non magiche (le uniche di cui disponevano i PG), quindi ben 106 pf “effettivi”. Ci sarebbero voluti moltissimi round per tirarlo giù. Per fortuna i giocatori se la sono cavata con l’ingegno: dopo un po’ di quel faticoso stillicidio hanno deciso di versagli addosso dell’olio combustibile, che avevano trovato come parte del tesoro nei sotterranei del dungeon, e dargli fuoco. Il mago del gruppo aveva anche un trucchetto per controllare le fiamme e l’ha usato per aumentarle di intensità (non esattamente un uso previsto nella descrizione, ma un uso creativo della magia che ho trovato decisamente giusto avallare). Consumato da 2d6 danni da fuoco per round, il non morto ci è rimasto presto secco.

La versione originale del Pretender (a occhio e croce pensata per B/X, BECMI, Scatola Bianca e affini) riporta questi valori: 15 PF, CA 13, 2 x attacco +3 (artiglio/artiglio), danni 1d6/1d6. Inoltre è indicato che è immune alle influenze mentali e immune alle armi non magiche e non argentate (ma non al fuoco). Difficile farsi un’idea esatta della sua pericolosità. Se i PG hanno un’arma magica o un buon incantesimo dannoso, possono spazzarlo via in 2 o 3 round; ma se ne sono sprovvisti è del tutto invulnerabile. I suoi due attacchi non sono affatto male, per quelle edizioni, pur non essendo di potenza devastante.

Resta quindi il dubbio: che cosa vuole essere il Pretender? Un temibile “boss” in grado di mettere i PG seriamente a rischio, o una gracile mammoletta che possono neutralizzare e bullizzare a loro piacere?

Secondo me funzionerebbe molto meglio scegliere una di queste due versioni (hanno senso entrambe) e aggiustare la scheda di conseguenza. Ecco le mie proposte.

Soluzione A: Pretender debole

Se volete che il Pretender non sia nulla più che un misero disgraziato, un patetico rimasuglio che si può eliminare senza troppe difficoltà, allora:

  • Riducete punti ferita e dadi vita a: 15 (2d8+6). Oppure, in alternativa, riduceteli a 30 (4d8+12) e togliete le resistenze. Io consiglio la prima, che lascia più spazio a inventiva e tattica, ma è anche vero che ci sono già gli spiriti della vendetta con questa qualità.

Soluzione B: Pretender temibile

Se volete che il Pretender sia un essere inquietante, un avversario davvero pericoloso da affrontare faccia a faccia, allora:

  • Aggiungete competenza (quindi un +2 extra) nei tiri salvezza su Cos, Sag e Car.
  • Modificate così l’attacco con gli artigli: +4 per colpire, 5 (1d6+2) danni taglienti e 2 (1d4) danni da veleno (gli artigli sono sudici e infetti).
  • Opzionale: aggiungete un potere di sguardo folle; come azione bonus, può fissare negli occhi una creatura entro 9 metri e renderla confusa (come per l’incantesimo confusione) per 1 round; è concesso un TS su Sag con CD 12 per negare.

Playtest

A Marzo 2024 ho portato Prison of the Hated Pretender come avventura del mio progetto Non è l’Aèlle e ho colto l’occasione per playtestare la soluzione B. Ha funzionato abbastanza bene: lo scontro è stato più movimentato della volta scorsa. Per la fortuna ai dadi dei giocatori, però, la capacità di sguardo folle non è riuscita a funzionare nemmeno una volta, quindi non so dirvi ancora come si comporta.

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2 pensieri riguardo “Prison of the Hated Hack

  1. Non conosco l’avventura ma mostri simili li ho visti anche da altre parti. Lo scopo di questi mostri non è essere pericolosi ma costringere i giocatori a pensare in modo diverso dal “picchia picchia”; difatti si cerca di renderli invulnerabili ma con attacchi schifi. Non credo affatto che sia il giusto approccio…

    Ciao 🙂

    1. Infatti: se lo scopo è quello, è lodevole, ma se non sono anche pericolosi non viene raggiunto; si risolvono tranquillamente in un “picchia picchia ma molto a lungo”

      Gli spiriti della vendetta, dello stesso modulo, sono fatti molto meglio.

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