È usanza di molti GdR moderni, specie di alcune specifiche correnti, avere un set scritto di princìpi-guida, sia per il master sia per i giocatori. Mi ha sempre lasciato perplesso, perché non fa parte della mia cultura di gioco, né della cultura di D&D.
Ma col passare del tempo, conoscendo giocatori e Diemme dalle provenienze più disparate, ho iniziato a ricredermi. Tante cose che ritenevo scontate evidentemente non lo sono. La grande diversità di approcci e modi di giocare che c’è in D&D è, secondo me, una ricchezza, ma rende difficile capirsi se non si impara a mettere in chiaro cosa si vuole (in effetti, penso da tempo che i manuali ufficiali di D&D abbiano una grave carenza sotto questo profilo).
Insomma, alla fine ho scritto le mie piccole “tavole della Legge”, come mi aveva vagamente consigliato anche il buon Gente di Ruolo nei commenti a un mio vecchio articolo. Sono i princìpi (personali) che io seguo quando gioco. Le trovate qui:
Traggono ispirazione da varie fonti, tra cui i principi di Cairn spiegati dall’ottimo Zeruhur e i game mastering commandments di The Angry GM, ma in definitiva sono roba mia e me ne assumo io solo la responsabilità. Devo molto anche ad alcune persone che sulla Locanda dei GDR mi hanno aiutato a mettere in discussione e a raffinare le prime stesure di questi punti. Non escludo di ritoccarli ancora, nel tempo.
Ah, ho letto anche molte altre fonti che invece mi hanno… diciamo, ispirato in negativo. E un giorno ve ne parlerò meglio 😅