Pillola: i miei non morti, parte 2

Ho diviso questo articolo in due parti, o sarebbe stato davvero troppo lungo per essere definito una “pillola” 😁.

Nella parte precedente ho parlato di come funzionano i non morti al mio tavolo, proprio dal punto di vista “fisiologico” e costitutivo. In questa seconda parte parlerò un po’ degli aspetti comportamentali, sociali ed etici che li riguardano.

Nota bene: è tutto personale

Ripeto ciò che ho detto nella prima parte: tutto ciò che segue riguarda i miei mondi, è un riassunto del mio immaginario fantasy personale; non sono regole, né consigli.

Come nascono i non morti?

Alcuni non morti nascono come spawn (progenie) di altri della stessa specie: quando uccidono qualcuno, si rianima come uno di loro. I vampiri, ad esempio, sono famosi per questa capacità. Si tratta di un concetto molto comune nel filone fantasy e horror.

(Basta pensare ai vari film di zombie… anche se gli zombie di D&D, tipicamente, non hanno questa facoltà. E sono d’accordo: lo zombie di D&D è tratto dal folklore voodoo, dove non ha la capacità “infestante”. Di solito, invece, ce l’hanno i ghoul. Non a caso molti film di zombie, come la serie di Resident Evil, ospitano i cosiddetti fast zombie che in D&D sarebbero meglio incarnati dai ghoul.)

Altri non morti nascono come fenomeno spontaneo a seguito di una morte in condizioni particolari. Si dice, ad esempio, che chi da vivo ha praticato il cannibalismo possa diventare un ghoul dopo la morte. Chi annega in certi luoghi maledetti può diventare un annegato. L’anima di una donna (secondo alcuni, solo di un’elfa) defunta in estrema tristezza e solitudine può fare ritorno come una banshee. Ed è molto noto il fatto che i fantasmi hanno un “conto in sospeso” con la vita che li trattiene nell’aldiquà.

Poi ci sono rarissime persone che diventano non morti di loro volontà, attraverso orribili procedimenti; è il caso dei lich e dei cavalieri della morte.

La gran parte dei non morti, però, specialmente di quelli più semplici, è frutto dell’opera dei vivi: viene, cioè, creata.

Perché crearli? (E perché no?)

I non morti sono (potenzialmente) molto utili come servitori o guardiani. Non dormono, non mangiano, non si stancano, sono difficili da sconfiggere, e possono rimanere attivi per secoli. Inoltre un’assoluta obbedienza (in genere) li vincola ai loro padroni. Tutti pregi che, però, condividono con i costrutti (golem e affini): perché, allora, non limitarsi a questi ultimi, che di certo comportano meno problemi etici?

Beh… in primo luogo, rispetto ai costrutti, i non morti sono molto più economici: non è necessario costruire il corpo, lo si trova già pronto; anche vincolare lo spirito di un defunto richiede meno potere magico e meno costo rispetto a vincolare uno spirito elementale (contenuto nei tipici costrutti). La somma di questi due fattori, specialmente il primo, può portare a un risparmio considerevole.

In secondo luogo, creare un non morto è (in genere) un’operazione molto rapida: pochi minuti, al massimo un’ora, a fronte dei molti giorni necessari per animare un costrutto. Comodo per chi fa una vita itinerante, di avventura, o ricca di imprevisti.

Siccome nulla è gratis nella vita (e nella non-vita), questi vantaggi si pagano con dei limiti.

Il più ovvio è, diciamo, la materia prima: serve un cadavere, e non è detto che si riesca a trovarlo, o a trovare quello giusto; spesso bisogna arrangiarsi con quello che c’è.

Poi c’è la deperibilità: mentre un costrutto danneggiato può essere riparato abbastanza facilmente, sono rarissime, e molto costose, le procedure magiche in grado di curare un non morto; di norma se è danneggiato rimane tale, e quando lo è troppo conviene sbarazzarsene.

Infine ci sono i limiti di natura morale, sociale e pratica, come vedremo subito.

È male?

Creare non morti è un’azione malvagia? Non è detto, in assoluto.

I non morti sono malvagi? Assolutamente sì.

L’anima di un mortale vivente è fatta per abitare in un corpo vivo, che mangia, beve, respira e così via. In mancanza di esso può essere conservata in modo artificioso dalla magia, ma inizia inevitabilmente a corrompersi: è come se “marcisse”. La conseguenza principale è una malvagità intrinseca, profonda, senza compromessi (molto più vicina a quella dei demoni, per dire, che a quella delle persone malvagie), accompagnata, quando va bene, da un totale disprezzo per la vita; altrimenti, da un vero e proprio odio per essa.

Non è un caso che gli unici non morti capaci di mantenere l’anima parzialmente intatta siano i vampiri, che condividono con i vivi molte necessità di base: nutrirsi (benché di sangue), dormire (benché in una bara), eccetera. Questa pallida imitazione di vita, comunque, riesce a solo mitigare un po’ la degenerazione, non a eliminarla.

Se libero, privo di un padrone che lo controlli, un non morto tenderà sempre a intraprendere il corso di azione più malvagio possibile, nei limiti della sua comprensione; in particolare, a distruggere le creature viventi. Vale anche per quelli privi di intelletto, come scheletri o zombie: anzi, sono particolarmente pericolosi, non avendo alcun senso di autoconservazione.

Anche quando controllato da un padrone, un non morto cercherà sempre di interpretare gli ordini in modo più malvagio del necessario. Mentre un costrutto vi attaccherà solo se gli viene ordinato di farlo, un non morto vi attaccherà a meno che non gli venga esplicitamente proibito: non è una differenza da poco. Un necromante distratto (o che viene a mancare all’improvviso) può scatenare enormi disastri. Il che ci porta al prossimo punto…

È proibito?

In quasi tutte le principali società, la creazione di non morti è proibita o fortemente limitata, oltre che temuta e biasimata dalla popolazione. Questo è in linea con la più classica tradizione fantasy, ma come vedete ha alla base delle valide ragioni.

Intanto, il fatto di imprigionare, sfruttare e degradare anime di persone viene visto, comprensibilmente, come un crimine. Limitarsi ai non morti privi di mente, come scheletri e zombie, implica comunque il vilipendio del cadavere, che in genere è comunque un crimine, benché più leggero.

Inoltre ci sono enormi rischi per la sicurezza derivanti, come abbiamo visto, dall’innata crudeltà che questi esseri hanno in sé: se qualcosa va storto potrebbero rivoltarsi e causare stragi.

Il massimo a cui si può aspirare, nella gran parte della società, è il permesso rianimare corpi di animali, in piccola quantità e in luoghi protetti, per giustificati motivi (lavoro, studio e simili).

Esistono però le eccezioni: strane società in cui necromanti e sacerdoti oscuri hanno un grande prestigio, e i non morti vengono usati in gran quantità per i lavori pesanti o, più spesso, per scopi militari. La storia però insegna che, nella gran parte dei casi, queste società sono destinate prima o poi a una tragica fine.

Curiosità: perché i chierici scacciano i non morti?

L’effetto collaterale sulle anime (che degradandosi divengono estremamente malvagie) suggerisce che le forze magiche che animano i non morti abbiano una forte connotazione Morale.

Attenzione: non mi riferisco alla moralità del mondo reale, cioè un costrutto sociale, una visione filosofica propria della cultura umana; nei miei mondi di D&D Bene, Male, Legge e Caos sono poderose forze cosmiche, assolute e oggettive. La magia divina, quella di chierici, paladini e affini, è particolarmente vicina a questa Morale che permea l’universo. Ne traggono potere anche le stesse divinità, ed entità ultraterrene quali angeli e diavoli.

Ecco perché i chierici, facendo appello al potere magico della loro fede, possono respingere i non morti.


Per approfondire:

La visione dei non morti di The Angry GM si trova in questo suo post (lingua inglese), molto carino. Se volete qualcosa di più esotico, a quest’altro link c’è quella (sempre in inglese) di Goblin Punch, un autore vicino alla Vecchia Scuola e noto per le sue trovate stravaganti. Devo molto a entrambe queste fonti, e sicuramente a innumerevoli altre che ora non ricordo.

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2 pensieri riguardo “Pillola: i miei non morti, parte 2

  1. Visione molto interessante.
    Io, in realta’, ho sempre pensato ai non morti come privi di mente, che ragionano per istinto e quindi attaccano “la vita” senza una reale malvagita’ pensata.
    Spiegavo lo scacciare come un’azione contro la necromanzia, l’energia malevola che li anima piu’ che contro la malvagita’ delle loro menti.
    In ogni caso bella visione, la tua, vale davvero la pena di valutarla.

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