Quella che inizia in questo articolo sarà una serie piuttosto atipica per il mio blog.
Normalmente, infatti, cerco di essere il più possibile neutrale rispetto ai diversi stili di gioco. Entro certi limiti: sapete che scrivo nell’ambito di quello che ho chiamato “il mio D&D”, una definizione molto vasta che pure tiene già fuori alcune persone. Poi vi ho anche mostrato le mie Tavole, cioè il modo in cui gioco io, ma di norma non è necessario giocare allo stesso modo per apprezzare i miei articoli.
Questa serie sarà un po’ diversa. Mi addentrerò, infatti, in una questione che divide uno stile di gioco dall’altro in maniera marcata e, a tratti, polarizzante. Una questione che ho già parzialmente accennato nel finale di Vox Dolorum, il mio ultimo speciale (se ve lo siete perso, recuperatelo!). E, come ho fatto lì, mi permetterò di schierarmi, anche se spero di farlo con più obiettività possibile.
Parleremo degli obiettivi di un’avventura o campagna, del modo di comunicarli, e a lungo termine (se tutto va bene) perfino di una possibile meccanica per gestirli.
Terminologia
Ormai mi conoscete: non posso iniziare un argomento senza un po’ di definizioni. Sono come il soffritto prima dell’arrosto, o della salsa.
Cos’è un obiettivo
Ho già usato il termine obiettivo diverse volte, sia nei princìpi del mio modo di giocare:
Un obiettivo è qualcosa che il personaggio vuole e che può cercare di ottenere attraverso le sue azioni. I PG hanno sempre degli obiettivi comuni come gruppo, e il tuo PG potrebbe averne di individuali.
sia, soprattutto, nella serie “progetta le tue avventure”, una delle più vecchie e più amate:
Se le riduciamo all’osso, le storie hanno tutte una cosa in comune: un problema da risolvere. I protagonisti hanno un obiettivo, qualcosa a cui tengono, ma c’è un ostacolo, un nemico o un qualche altro impedimento che impedisce loro di raggiungerlo.
Nel secondo episodio di quella serie, che vi invito a rileggere perché dettagliava le cose abbastanza bene, ho chiarito un aspetto:
un obiettivo deve essere qualcosa di concreto con una chiara condizione di raggiungimento […]: deve essere possibile definire in modo oggettivo, chiaro sia al Diemme che ai giocatori, quando l’obiettivo è raggiunto, quando è fallito, e quando è ancora contendibile
Ovviamente, nelle nostre giocate, i protagonisti sono i PG. Quindi, per noi, in questa serie e in questo blog:
Un obiettivo è qualcosa di concreto e circoscritto che i PG (uno o più di loro) vogliono ottenere, ma non è garantito che ottengano.
Non solo: è qualcosa che i giocatori, come parte del proprio ruolo nel gioco, cercano far ottenere a quei PG.
La seconda clausola avrebbe potuto essere sottintesa: se non ci fosse, non sarebbe il mio D&D.
(Il che non significa che non sarebbe comunque un modo di giocare bello e rispettabile. Sa Pelor quanto sono stufo di dover aggiungere questi ovvi disclaimer.)
Incidentalmente, sto usando il concetto di obiettivo anche all’interno della mia nuova serie sui villain, di cui per ora è uscito solo un episodio. Capita a fagiolo, in effetti, che queste due serie si sviluppino in parallelo.
Obiettivi e motivazioni
Può esistere anche qualcosa di più generico e meno circoscritto, qualcosa che i PG vogliono ma in senso lato, senza un modo netto di determinare se l’hanno ottenuto, o senza che cessino di desiderarlo anche dopo averlo ottenuto. Il termine che userò per queste cose è motivazione.
Una motivazione è un desiderio, astratto e/o generico, di un PG che lo spinge ad agire.
Spesso le motivazioni dei PG costituiscono la ragione che li induce a perseguire gli obiettivi, come dicevo nello stesso, vecchio articolo citato poco fa:
L’obiettivo è lo scopo pratico che hanno in quel caso specifico […], la motivazione è il perché lo si vuole raggiungere, ed è qualcosa che può permanere anche dopo.
Ad esempio: il desiderio di ricchezza è una motivazione, impadronirsi della tiara di diamanti della Contessa è un obiettivo; voler aiutare il prossimo è una motivazione, riportare il bambino smarrito alla sua famiglia (o al sicuro) è un obiettivo; l’ambizione al predominio è una motivazione, diventare Marchese di Chiarafonte è un obiettivo; l’odio per i giganti è una motivazione, respingere l’invasione dei giganti del fuoco nel nord-ovest di Vanyria è un obiettivo.
In senso più ampio (e qui sono consapevole che i confini iniziano a sfumarsi): l’amore per la Contea, e il desiderio di proteggerla, è una motivazione, sconfiggere Sauron è un obiettivo; ma proteggere la Contea da Sauron (o, in generale, “dalle influenze dell’oscurità”) è… sia una motivazione che un obiettivo, a seconda dell’angolazione da cui lo si guarda, o del senso con cui lo si intende.
Ai fini di questa serie, motivazioni e obiettivi avranno spesso la stessa funzione, o una funzione interscambiabile; in certi casi mi riferirò a loro, indistintamente, con l’abbreviazione M&B. Ma era importante sottolineare la differenza.
Obiettivi e conflitti
Un’altra distinzione che è molto importante fare (per questa serie è proprio essenziale) è quella tra obiettivo e conflitto. Il conflitto, che potremmo anche chiamare problema, ostacolo, opposizione, o in molte altre maniere, è ciò che si frappone tra i PG e i loro obiettivi, e li mette a rischio.
In altre parole, la risposta alla domanda: cosa impedisce ai protagonisti di raggiungere l’obiettivo in un attimo e senza sforzo?
(Come dicevo, appunto, nel solito episodio 2 della serie “progetta le tue avventure”, dove ho dettagliato meglio il concetto.)
Il conflitto può anche essere multiplo: può esserci, cioè, più di un problema, più di una minaccia che ostacola i PG nel raggiungimento di un certo obiettivo.
Può trattarsi di mostri, nemici, concorrenti, fazioni ostili, trappole, ambiente inclemente, ostacoli naturali o artificiali, pericoli naturali o artificiali, e così via.
È compito del Diemme creare e gestire queste cose: senza di esse, il gioco non sarebbe avventuroso.
Ma è terribilmente importante non confonderle con l’obiettivo: l’obiettivo è quello che i PG vogliono, quello a cui tengono davvero, mentre il conflitto è ciò che rende difficile e pericoloso raggiungerlo. Se voglio impadronirmi dell’Arkengemma, che il possente drago Smaug ha rubato e custodisce gelosamente, il mio obiettivo non è sconfiggere Smaug: è recuperare l’Arkengemma. Può darsi che la sconfitta del drago, magari la sua morte, sia utile per riuscirci; può darsi addirittura che sia inevitabile; ma non è essa stessa l’obiettivo.
Ritorneremo su questo punto.
Continua…
Prossimamente su questa serie, ci interrogheremo sui diversi modi di scegliere gli obiettivi e di presentarli alle altre persone al tavolo. Per esempio conosceremo Ugo, Emma e Gustavo. Vi piaceranno.
Se avete fretta di conoscerli prima, potete leggere questa discussione su Dragon’s Lair, dove li ho introdotti. Devo ringraziare tutti i partecipanti a quel thread, in particolare Topolino88 che lo ha iniziato e KlunK che si è opposto alle mie argomentazioni con grande pazienza e tenacia (seguito anche da Calabar, Minsc e altri). Mi hanno proprio aiutato a chiarirmi le idee per questa serie di articoli, che progettavo da tempo. In effetti, molte cose che scriverò qui saranno solo la versione “rieditata” di quelle che ho scritto lì. Il che significa: spoiler alert.
E, come al solito, negli articoli introduttivi, non ho altro da dire se non “non vedo l’ora di leggere gli altri” 😀
Ciao 🙂
Aggiungo: sono andato a leggermi la discussione su Dragon’s Lair e, oltre ad avere un motivo per cui l’approccio di Gustavo può funzionare ma ne parlerò quando introdurrai Gustavo, notavo che c’è moltissima confusione tra:
– Obbiettivi dei giocatori (master compreso)
– Obbiettivo della campagna a lungo termine (quello che tutti dicono che si fa spoiler e di cui ho visto un paio di errori da parte tua)
– Obbiettivo del singolo arco narrativo (anche qui rischi di spoiler ma nessun errore da parte tua)
– Obbiettivo dell’avventura che si sta giocando.
Probabilmente avrò da commentare parecchio man mano che approfondirai il discorso ^_^
Ciao 🙂
E’ vero, quando si discute su un forum si fa confusione, perché per non farne bisogna dare delle definizioni precise e questo finisce per allungare i commenti e renderli illeggibili, come temo sia successo ai miei. Vediamo se qui riesco a essere più chiaro.