Q&A: naturalmente bardo (domanda di xSalamander)

Cos’è un bardo in D&D? Beh, è un personaggio con la classe di bardo, giusto? E cos’è un druido? Uno con la classe di druido, giusto?

La vera risposta è “dipende”. Più no che sì. Le cose sono più complicate di così. O, da un altro punto di vista, più semplici.

È da tempo che ne volevo parlare, e una domanda arrivata a sorpresa via Whatsapp mi offre un aggancio. Chi me l’ha posta è anche un mio giocatore, ma qui si riferisce alla campagna di qualcun altro. Diamo un’occhiata insieme!

Scrive xSalamander:

Avevo pensato a giocare un bardo (Vulpera che sarebbe praticamente una volpe umanoide di taglia Piccola) con la particolarità che invece di utilizzare le magie tramite uno strumento musicale, le utilizza tramite l’ “energia della natura” (esempio, parole curative, tramite un soffio o un breve incantesimo vocale creo una piccola brezza d’aria che mando verso il target e lo risanifica, oppure heat metal concentro la temperatura ambientale in un punto specifico fino a surriscaldare il metallo).

Parlandone con un ragazzo e il master (anche se il master era in parte favorevole all’idea) erano contrariati per il semplice motivo che pare più un druido che un bardo. Io credo che sia proprio questo “il bello” di questo personaggio perché si differenzia dagli altri bardi, in più penso che D&D debba avere come unico limite la propria fantasia. Tu che cosa ne pensi?


Caro xSalamander,

sai che è proprio un’ottima domanda, la tua?

Mi dà lo spunto per parlare di una cosa importante, il confine tra la classe del personaggio e la sua identità nel mondo di gioco. Molti non si rendono conto che si tratta di due cose distinte.

Cosa intendo con identità

Con in termine “identità” qui mi riferisco a un concetto complesso e sfumato, che possiamo riassumere più o meno con: il modo in cui il personaggio definirebbe se stesso in merito al suo ruolo e posto nel mondo. Insomma, è la “casella” che il personaggio occupa nello “schema delle cose” del mondo di gioco: comprende cosa ritiene di essere e cosa gli altri ritengono che sia. Avrei potuto dire “mestiere”, ma sarebbe stato anch’esso un termine improprio.

Nel concetto di identità non includo cose prettamente individuali come carattere, personalità, obiettivi: mi riferisco solo a cosa sa fare il personaggio, a come lo fa, e a come questo lo posiziona nel contesto (sociale, culturale, cosmologico) del mondo di gioco.

Tra narrazione e regole

L’identità, quindi, è qualcosa che rimane nell’ambito cosiddetto fluff del gioco, cioè quello narrativo e descrittivo. Esso si contrappone all’ambito cosiddetto crunch, che è quello dei regolamenti, dei numeri, delle schede e dei dadi. L’identità non riguarda questo secondo ambito.

Chiaramente i due ambiti si influenzano a vicenda: siccome i vari aspetti “regolistici” del PG (come i punteggi di caratteristica, la classe, le competenze, i talenti) determinano come egli funziona nelle meccaniche di gioco, dovranno essere coerenti con la sua identità narrativa, anche se non sono sufficienti a definirla.

D’altro canto, i due ambiti non sono la stessa cosa. In particolare, la terminologia usata nei manuali per descrivere classi e regole non ha necessariamente lo stesso significato quando viene usata nella narrazione, all’interno del mondo di gioco.

In fondo le persone del mondo fantastico non hanno consapevolezza di cose come classe e livello. Quando un personaggio parla di un “guerriero” non si riferisce, quindi, alla classe omonima, bensì a un insieme di elementi (sia di apparenza che di sostanza) che, nel suo mondo e nella sua cultura, sono associati a quella parola.

Con le sue classi e sotto-classi sempre più numerose e sempre più specifiche, D&D ci ha abituati, nel tempo, a dare per scontata una sostanziale sovrapposizione tra identità narrativa e crunch, ma essa non è necessaria.

Cos’è un druido, e cos’è un bardo?

Il nome druido si riferisce nei manuali a un certo pacchetto di regole, e il nome bardo a un altro pacchetto di regole. Ma cos’è un druido nel mondo di gioco? Non è detto che debba essere “colui che ha la classe di druido”! Idem per il bardo.

Se il bardo nel mondo di gioco è “uno che fa magie arcane suonando strumenti musicali” allora il tuo personaggio, caro xSalamander, non è un bardo, nel senso che non chiama se stesso bardo, gli altri non lo considerano un bardo, la società non lo tratta come un bardo, eccetera. Ma può avere lo stesso la classe di bardo.

Che cosa sarà considerato, narrativamente? Un druido? Dipende.

Portando all’estremo questo ragionamento potremmo pensare di poter fare un guerriero campione (cioè, un personaggio senza incantesimi) che nel mondo di gioco fosse considerato un druido. Probabilmente questo, alla maggior parte dei tavoli, sarebbe un assurdo. Insomma, non dobbiamo dimenticare che, come ho detto sopra, fluff e crunch non sono la stessa cosa ma deve esserci una certa coerenza.

Bisogna capire, quindi, quali sono i requisiti che, nel mondo immaginario, rendono una persona un druido, cioè fanno sì che sia identificata come tale e possa auto-identificarsi come tale. “Avere la classe di druido” secondo me è una cattiva risposta, perché rifiuta di approfondire il ruolo e le peculiarità dei druidi, appiattendoli su un concetto astratto e puramente “giochista”. Ma questo non vuol dire che non debba esserci una risposta, cioè non debbano esserci dei requisiti minimi per poter affermare di essere un druido, un bardo, un paladino eccetera.

Ad esempio, se si dice che un druido nel mondo di gioco è una persona che:

  • produce effetti magici attraverso l’energia della natura,
  • usa un certo tipo di focus (es. agrifoglio e vischio),
  • si comporta in un determinato modo (si veste in un certo modo, si rade in un certo modo, rispetta un certo codice di condotta…),

allora il tuo personaggio, caro xSalamander, può essere giocato così:

  • si dice che i suoi poteri magici sono dovuti alla natura;
  • qualunque cosa che normalmente richiederebbe uno strumento musicale richiede invece il focus da druido, agrifoglio e vischio (così non ti dicono che l’hai fatto per power play per non avere le mani occupate);
  • è soggetto alle stesse, eventuali, restrizioni di comportamento che osservano i druidi.

Sarebbe a tutti gli effetti considerato un druido, ma useresti la classe di bardo.

Può darsi però che i requisiti siano altri. Ad esempio, che certi specifici tipi di magia o certi specifici incantesimi non siano associabili al potere della natura, nella visione dei tuoi compagni e del tuo Diemme. A questo non c’è una risposta univoca, dipende da come concepite il mondo di gioco. In quel caso si tratterebbe di negoziare con il Diemme un cambio alla tua lista degli incantesimi, togliendo quelli più inadatti e sostituendoli con altri più adatti.

Per inciso, questa operazione (prendere una classe, una razza, o un altro “pacchetto” di regole normalmente associati a certi aspetti narrativi, e “riscriverli” in modo da associarli a nuovi e diversi aspetti narrativi, lasciandone sostanzialmente inalterato il funzionamento) è molto comune in D&D, specialmente nella 5a edizione, e in gergo prende il nome di reskin.


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Un pensiero riguardo “Q&A: naturalmente bardo (domanda di xSalamander)

  1. Questo è una cosa molto interessante: il problema del reskin è proprio quello di sovrapporre le classi, usando il Chierico per fare il Druido od il Guerriero per fare il Druido, ma allora il Druido (inteso come Classe) che ci sta a fare? Allo stesso tempo, circorscrive il concetto di Bardo o Druido alle rispettive capacità di Classe, limita molto la visione ed impedisce di creare alcuni tipi di personaggi.
    Quindi la domanda da porre al nostro xSalamander è: che personaggio vuole realizzare usando la Classe Bardo ma con le modifiche che dice? La Classe Druido funzionerebbe altrettanto bene o ci sono prerogative della Classe Bardo che vuole mantenere? La domanda da porre al Master l’hai già messa tu nell’articolo: cosa definisce un Bardo nel mondo di gioco? Ed un Druido?

    Personalmente parlando, sentendo l’idea di xSalamander mi è venuto in mente un Bardo della Natura con alcune caratteristiche dette da lui ed altre prese dalla Classe Bardo, ma io non sono lui 😉

    Ciao 🙂

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